Una delle domande che più frequentemente viene posta in merito al Metodo Montessori riguarda il concetto di libertà e di libera scelta.
Un tema molto ampio che spesso nei luoghi comuni si risolve in modo semplicistico in un generico fare ciò che si vuole, agire facendo scelte prive di senso, senza limitazioni, senza regole.
Cosa mai ci sarebbe di costruttivo in questo?
Ahimè si incappa spesso in un grande fraintendimento tra la libera scelta montessoriana e il lasciare il bambino completamente in balia di scelte, spesso più grandi di lui, che il più delle volte non ha ancora gli strumenti per poter fare vista la sua giovane età.
Nel testo “Educare alla Libertà” troviamo una sintesi significativa del concetto montessoriano di libertà del bambino:
«….diamo alla parola (libertà) il senso profondo di “liberazione” della sua vita da ostacoli che ne impediscono il normale sviluppo. Il bambino ha una grande missione che lo spinge: quella di crescere e diventare uomo….Si sono create intorno al bambino , nella nostra vita sociale di famiglia e di scuola, molte errate circostanze che ostacolano l’espandersi della vita infantile. Rimuovere per quanto possibile queste circostanze, studiando piu’ profondamente i bisogni intimi e occulti della prima infanzia, per corrispondervi col nostro aiuto, è liberare il bambino» (M. Montessori, Educare alla libertà, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2008, p. 40-41)
Parlando della libertà, dobbiamo necessariamente riferirci anche al concetto di REPONSABILITA’.
Nell’agire educativo montessoriano questi due concetti vanno di pari passo: non posso dare più libertà di quanta responsabilità il bambino sia in grado di sostenere.
Sarebbe un grave danno fare il contrario, cioè aspettarsi dal bambino che prenda decisioni su questioni di cui ancora non possiede gli strumenti.
Quotidianamente l’adulto educatore montessoriano, guida e osserva il bambino che si muove e agisce dentro uno spazio costruito per lui e per le sue esigenze, affinché possa fare delle scelte tra opzioni che sono state costruttivamente preparate per lui.
E’ l’adulto che deve sapere prima ciò di cui il bambino ha bisogno.
Quindi ecco che la libera scelta del bambino avviene entro un certo numero di possibilità, tutte costruite su misura per lui e quindi tutte parimenti adeguate e necessarie al suo sviluppo.
E’ quindi sempre l’adulto che si assume la responsabilità di fare da guida e da facilitatore, e non impone mai nulla, ma offre al bambino tutto ciò di cui ha bisogno.
Perché l’adulto non impone ma propone?
Torniamo un attimo al concetto di responsabilità: quanto possiamo diventare responsabili di qualcosa che ci viene puntualmente imposto? Come possiamo assumerci la responsabilità di scelte fatte da altri e che noi subiamo passivamente?
«...cioè le molte cose che (il bambino) ha imparato perfettamente, egli deve usarle e collocarle nei vari tempi e circostanze della vita. E’ lui che decide: quell’applicazione è il lavoro della sua coscienza, l’esercizio della sua responsabilità. Così viene liberato dal piu’ grande dei pericoli: quello di deporre nell’adulto la responsabilità delle sue azioni, condannando la propria coscienza a un sonno inerte»
(M. Montessori, Educare alla libertà, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2008, p 68-69)
Nella libera scelta montessoriana si forniscono gradualmente al bambino gli strumenti necessari per assumersi le responsabilità di scelte quotidiane che riguardano il suo lavoro, la cura del suo spazio, il rispetto di persone e cose. Tali scelte diventano di giorno in giorno sempre più rilevanti, perché crescono con lui, con la sua maturazione e le sue reali possibilità.
Come fa l’adulto a sapere cosa serve al bambino?
Montessori lo spiega ampiamente nei suoi scritti: attraverso l’osservazione attenta e facendo riferimento ai cosiddetti “periodi sensitivi”
«Nel bambino esiste l’attitudine creatrice, l’energia potenziale per costruire un mondo psichico a spese dell’ambiente. Per noi ha un interesse specialissimo la recente scoperta fatta in biologia dei così detti periodi sensitivi strettamente collegati ai fenomeni dello sviluppo. Lo sviluppo da che dipende? Come cresce un vivente?» (M. Montessori, Il segreto dell’infanzia, Milano, Garzanti Libri s.p.a., 1999, p. 51-52)
Fu lo scienziato olandese De Vries a scoprire negli animali l’esistenza dei periodi sensitivi, e Montessori, da medico e scienziato quale era, li ritrovò nella crescita dei bambini, definendoli:
«sensibilità speciali che si trovano negli esseri in via di evoluzione… le quali sono passeggere e si limitano all’acquisto di un determinato carattere: una volta sviluppato questo carattere, la sensibilità finisce. E così ogni carattere si stabilisce con l’aiuto di un impulso, di una possibilità passeggera. Dunque la crescenza non è qualcosa di vago, una fatalità ereditaria insita negli esseri, ma è un lavorio guidato minuziosamente da istinti periodici…che danno una guida, la quale differisce talvolta in modo evidente da quella dell’individuo allo stato adulto» (M. Montessori, Il segreto dell’infanzia, Milano, Garzanti Libri s.p.a., 1999, p. 52)
Ne è un esempio il periodo in cui si fissa il linguaggio in modo indelebile, grazie alla capacità che hanno i bambini piccoli di ricordare e riprodurre i suoni della lingua e di apprenderne le parole; ma l’argomento è vasto e merita di essere trattato in ulteriori approfondimenti.
Una volta perso un determinato periodo sensitivo, il mancato sviluppo di quel dato carattere resterà perso per sempre e dovremo ricorrere successivamente ad altri generi di supporti esterni per tentare di andarlo a recuperare.
La pedagogia Montessoriana è applicabile in tutti i contesti, tanto a scuola quanto in famiglia, e guida il bambino verso l’autonomia perché punta a liberare e sviluppare il suo personale potenziale, guarda ogni bambino con fiducia, come essere unico, irripetibile e dotato di risorse da stimolare e promuovere: un essere umano che cresce non secondo il modello e le aspettative di noi adulti, ma secondo la sua propria natura.
Dott.ssa Silvia Troilo